La stesura del mio primo romanzo - work in progress


Scrivo quando posso, come posso, dove posso.
Scrivo in fretta e furia, come ho sempre vissuto.
(L.F. Celine) 

La decisione di aprire il blog “Appunti a margine” è nata dall’esigenza di avere una sorta di diario di bordo su cui registrare i progressi relativi alla stesura del mio primo romanzo, condividendo con i lettori ciò che di volta in volta imparo. Dopo sei anni di ruggine creativa, avevo bisogno di uno spazio tutto mio, nel quale potermi esprimere liberamente e senza alcun timore.
Con il tempo, gli articoli hanno preso una piega differente. Ho iniziato a spaziare attraverso svariate tematiche e, anche se il riferimento alla mia esperienza di scrittura è sempre presente, a volte mi concedo delle deviazioni.
Proprio per questo motivo, oggi ho deciso di fare – per voi e soprattutto per me stessa – una sorta di punto della situazione sul mio lavoro, che mi consenta di focalizzare i progressi fatti e di comprendere meglio come muovermi in futuro.

So di essere un’ assoluta emergente. I racconti e i tentativi del passato, appartengono ad un’altra vita. Ma mi sono sempre posta con grande umiltà, perché la ritengo una qualità fondamentale per farsi strada. Quindi non ho paura che le parole scritte in questo post mi facciano sembrare una dilettante. Sto imparando, e non ho alcuna fretta. L’importante è arrivare alla mia meta.
Purtroppo, la stesura sta procedendo con tempi più lenti di quanto inizialmente previsto. Ora come ora, l’idea di finire tutto (revisione compresa) entro la fine del 2015 mi sembra un’utopia. Ciò dipende in parte dall’assenza di tempo a disposizione e in parte ad alcuni cambi di rotta operati strada facendo.
Fortunatamente, ho già scritto parecchie pagine. Sebbene non sia convinta di alcuni passaggi, con un sospiro di sollievo posso affermare che:
-Il cast dei personaggi è pressoché completo. Potrei, nelle prossime settimane, decidere di fare fuori un tipo per sostituirlo con un soggetto più funzionale ai miei scopi, ma è poca roba e non comprometterebbe quanto fatto finora. Alcune figure minori vanno caratterizzate un po’ meglio, ma si tratta per lo più di piccoli dettagli.

-La scaletta della trama è definita nei punti chiave del romanzo. Anzi, ad essere precisa è ri-definita: a novembre, dopo essermi accorta che i presupposti di base erano cambiati, ho deciso di rimetterci mano. La storia aveva preso una piega differente da quella prevista all’inizio, dunque era necessaria una nuova progettazione.
Diverse persone mi hanno suggerito di non parcellizzare troppo. Chi mi conosce sa che una suddivisione troppo rigorosa in capitoli e scene rischierebbe di bloccarmi. So quali saranno le tappe fondamentali del mio viaggio, ma non so ancora come arriverò dall’una all’altra. E tutto sommato questa incertezza non mi dispiace: per quel che mi riguarda, le idee migliori nascono sempre da ispirazioni momentanee.
Ho operato una suddivisione della storia in quattro sezioni, ciascuna delle quali corrisponde a un diverso step evolutivo del protagonista e dei suoi comprimari. Ho anche definito gli accadimenti fondamentali, anche se non sono per niente convinta di alcune decisioni prese relativamente alla prima parte. Mi sono ripromessa di fare un brainstorming il prima possibile per occuparmi della seconda sezione, che è anche – a mio avviso – abbastanza intrigante.
So che a prima vista potrebbe sembrare un modus operandi un po’ rocambolesco e che richiederà le proverbiali dodici fatiche per far quadrare il tutto in fase di revisione, però ho fatto così anche in passato e mi sono sempre trovata bene.
Non conosco ancora nel dettaglio la mia trama, ma cerco di non disperarmi troppo: negli ultimi mesi mi sono occupata in parallelo della stesura e della progettazione. Ho lavorato bene e non mi sono ancora bloccata, quindi continuo come ho sempre fatto.
-Il cuore e l’anima della storia (ed uso questi termini per collegarmi a questo e questo post di Tenar) sono chiarissimi. So qual è il tema portante, così come conosco il messaggio che intendo veicolare. Ho inoltre sintetizzato in una sola frase anche le quattro sezioni, e non escludo di fare lo stesso, in futuro, anche per i singoli capitoli.

-Lo stile è molto personale e mi identifica completamente. Però sta evolvendo, diventando progressivamente più coraggioso. Questo era proprio il mio scopo: non mi è mai piaciuto viaggiare con il freno a mano tirato. Non mi rivedo più nei brani scritti all’inizio e penso che sia un bene: chi non si mette in discussione, non cresce.
So di essermi lanciata in un’impresa titanica, però guardo la cosa dal lato positivo: la mia bozza non è ancora finita a prendere polvere dentro un cassetto. Il desiderio di concludere la mia opera e di fare un buon lavoro riesce a controbilanciare i piccoli tentennamenti. Sono consapevole dei miei punti di forza e dei miei limiti ma, soprattutto, so di non essere sola lungo il percorso. Maria Teresa Steri e Salvatore Anfuso mi stanno aiutando moltissimo. Hanno letto ancora poco, ma confrontarmi con loro sulle mie scelte narrative contribuisce a ravvivare la fiamma.  
Anche se più volte ho temuto di aver fatto il passo più lungo della gamba, non sono pentita della mia scelta. Dal punto di vista tecnico, ho avuto un miglioramento incredibile. Dunque voglio continuare lungo il sentiero intrapreso, rimanendo concentrata sul tragitto e non sulla meta. Ogni singola frase e ogni nuova parola mi fanno imparare qualcosa. E dopo ogni seduta scrittoria mi sento un po’ più matura e un po’ più ricca. Ma, soprattutto, mi sento felice. Questo forse basta per far sì che il gioco valga la candela.
In questo momento, non mi interessa sapere quanto tempo ci impiegherò. So che ci vorranno mesi, probabilmente anni, ma la cosa non mi spaventa. Per stimolare la mia fantasia – e per esercitarmi nella sintesi – mi dedicherò anche a qualche storia più breve, senza perdere di vista il mio obiettivo principale.

So che ci sono tanti scrittori emergenti che, come me, vivono in bilico fra entusiasmo e paura, fra desiderio e disperazione. A loro mi sento di dare tre consigli, gli stessi che rivolgo anche a me stessa.

-Trovate il vostro metodo. Le nozioni tecniche apprese sui libri sono un supporto, ma non rappresentano una legge divina. In fondo si tratta di arte, non di fisica quantistica. Il metodo di scrittura è come quello di studio: ognuno può trovare il proprio, l’importante è che funzioni. Un aspirante scrittore ha bisogno di sperimentare e ha bisogno di sbagliare, perché solo così può diventare un professionista. Ogni pagina è un banco di prova. E, dopo essersi rialzati da uno scivolone, si riesce a procedere più spediti.

-Seguite solo i consigli che vi sembrano sensati. Un aspirante scrittore insicuro tende a farsi condizionare in modo eccessivo dalle opinioni di chi legge. In realtà, nessuno può conoscere la vostra storia meglio di voi. Se vi viene proposta una soluzione che non è in linea con il vostro intento, lasciatela perdere, anche se proviene da Stephen King in persona.

-Prendetevi il tempo che vi serve per fare un buon lavoro. E per studiare, per migliorare, per crescere sia come scrittori sia come individui. Nessuno vi sta inseguendo con un fucile. L’importante è lavorare diligentemente, un passo per volta, con la stessa costanza di una goccia d’acqua che, a forza di cadere, scava nella roccia.

E voi che consiglio date a me

Commenti

  1. Che bella citazione, non la conoscevo. La sento molto mia.
    Complimenti per l'ottimo lavoro che stai facendo, il tuo romanzo procede, magari lentamente, ma ha una base solida che darà i suoi frutti.
    I personaggi e la trama sono delineati, quindi il grosso è fatto. La revisione, poi, sarà un altro viaggio... ma meglio non pensarci ora! (X_X)

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    1. Speriamo che sia un buon lavoro!
      Io ce la metto tutta, prendendomi il tempo che mi serve per imparare.
      è da un po' che mi riprometto di scriverti, per chiederti alcune info utili per un personaggio tossicodipendente. Appena mi occuperò di lui lo farò :)

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  2. Mi sembra che tu abbia saldo il timone del tuo romanzo. Non preoccuparti per il tempo. Ci sono autori velocissimi e prolifici e altri che impiegano anni a venire a capo di una storia. Entrambi i metodi ci hanno regalato dei capolavori. Noi siamo qui tutti a tifare per te e per i tuoi personaggi!

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    1. Grazie Anto, è bello avere il vostro supporto!
      La lentezza dipende in parte dalla mia inesperienza. Mi prendo tempo per studiare. Chissà, magari con i prossimi lavori procederò più spedita. ;)

      P.S. appena posso rispondo alla tua email. Ho avuto giorni di fuoco!

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  3. In questo momento sto scrivendo il mio quarto romanzo, e comincio ad avere le idee chiare su come si fa. Che poi mi riesca bene, è un altra cosa. Quello che per me è stato importante è la sfida. A scrivere le cose che non mi piacciono; quelle che mi bloccano davanti alla pagina bianca.
    È stato lì che ho dovuto inventarmi qualche strumento nuovo, che ho dovuto scegliere strade che avevo paura di percorrere. Quando mi sono trovato invischiato nelle mie storie, così, è stato più facile uscirne. Forse non bene, ma almeno vivo. :)

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    1. Anche io penso che sia fondamentale mettersi in gioco con gli argomenti scomodi. La scrittura è uno strumento di crescita per l'autore. Mette in luce i nostri timori, le nostre mancanze, i nostri blocchi. Affrontarli porta una sferzata d'aria fresca non solo alla nostra creatività, ma anche alla nostra evoluzione individuale. :)

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  4. Non mi pare che tu abbia bisogno di consigli: stai procedendo bene. Le idee le hai chiare, io invece ricomincio da capo con la mia storia. Stravolgo tutto, e via. Se una cosa non gira, un bel colpo d'ascia e si riparte!
    E mi raccomando: se usi il computer: backup!

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    1. Sono d'accordo con te. Anche io ho cambiato molte cose in corso d'opera, ed altre cambieranno ancora. Però non demordo. Mi piace passare dal caos all'ordine!

      P.S.W dropbox!

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  5. Sono alla prima revisione (che è piuttosto una seconda stesura, anzi, una prima stesura e mezzo) del mio romanzo, quindi mi piace vedere se ho compagni di viaggio in questo momento :)
    Non ho consigli da dare, e confermo quelli che hai dato tu.

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    1. Certo che ne hai!
      Siamo tutti una squadra! :)

      P.S. Non sono ancora riuscita a leggere il post sul mutaforme!

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    2. Tranquilla ;) la priorità alla scrittura. A proposito, devo rimettermi al lavoro.

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    3. Purtroppo oltre alla scrittura ho anche un lavoro "vero" che mi sta svenando! :D Anche io ora però mi metto all'opera! ;)

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  6. Se parliamo di progressi io sono il fanalino di coda tra i presenti! Mettermi a scrivere un romanzo mi sembra ancora un'idea molto distante nel tempo, ho ancora tante cose da imparare e capire ma finché i miei progressi saranno costanti come ora, anche se lenti, mi sta bene così.
    Sto scrivendo il mio primo racconto medio-lungo, nel contempo sperimento la scrittura di getto (scoprendo così perché chiamano "vomit draft" la prima bozza) e sto imparando come organizzare il mio lavoro. Non è facile, ma la soddisfazione non mi fa sentire il peso e scopro ogni giorno con piacere che i miei lavori vengono apprezzati. :)
    Un grosso in bocca al lupo a te e a tutti i tuoi lettori (me compreso)!

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    1. Anche io vorrei essere un po' più brava a tenere a bada il revisore interno in fase di prima stesura. Questo è uno degli aspetti che mi hanno rallentata maggiormente.

      In bocca al lupo a te! Mi sembra stia lavorando bene. Posso chiederti quanti anni hai? ;)

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    2. Pensavo fossi più grande. Sembri molto maturo da come scrivi. Invece siamo quasi coetanei. :)

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  7. Completa la prima stesura. A ogni costo. POI tira fuori l'editor che è in te e massacrala nella seconda. Ma la prima stesura lasciala correre libera finché giunge al traguardo senza farti bloccare dai "potrei correggere qui sistemare là".

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    1. Mi è stato consigliato anche da un altro "collega". Dice che terminare la prima stesura é la cosa più difficile quindi è importante andare avanti sempre. Il resto si vedrà :)

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  8. Io sto completando la revisione adesso, a quasi tre anni di distanza da quando l'ho iniziata. Naturalmente, se mettessi in fila i giorni effettivi di lavoro non arriverei a un anno. Per un po' ho continuato a darmi scadenze, ma poi, quando ho capito che mi era impossibile rispettarle, ho smesso di farlo. Adesso preferisco concentrarmi sul presente della scrittura.

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    1. Credo che un po' di disciplina sia fondamentale per portare a compimento un'opera ma, nello stesso tempo, costringersi a ritmi di vita alienanti sia decisamente controproducente. Tutti noi abbiamo un lavoro che rende difficile potersi impegnare quanto si vorrebbe... :)

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  9. Solo un consiglio: non dimenticare mai di divertirti mentre scrivi. Sandra

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  10. Bravissima Chiara! Mi trovi d'accordo su tutta la linea e leggerti mi ha ispirato un post!
    è sempre bello fare il punto della situazione su quanto stiamo facendo.
    Sono anch'io, come sai, alla stesura del romanzo, tutti i giorni trovo delle difficoltà, nuove sfide e possibilità.
    Penso che la sfida principe sia quella di trovare il tempo per battere le dita sulla tastiera.
    Uno dei vantaggi del blog, penso sia l'impegno che prendiamo con chi ci legge e di conseguenza il continuo allenamento nella scrittura. Penso che avere un blog, sia una bella palestra!

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    1. Un blog aiuta molto, non solo a sciogliersi, ma anche a trovare persone con cui condividere le principali tappe del nostro percorso. Senza questa paginetta non conoscerei le persone che in questo momento mi stanno aiutando, e che sono quotidianamente fonte di ispirazione e stimolo. :)

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  11. I 3 consigli sono sensati e li sto già mettendo in pratica. Che la tua sia un'impresa titanica forse è solo l'impressione, perché magari non hai mai affrontato prima un lavoro simile.
    Una pagina bianca, appunto, è un banco di prova, così come un romanzo.
    Anche il mio, che sta vegetando, mi sembra un'impresa titanica, ma più di tanto non me ne curo.

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    1. La percezione di "impresa titanica" è fondamentalmente legata al fatto di avere per le mani molto materiale da mettere insieme in modo pressoché armonioso. L'impegno, in termine di tempo e di competenza, non può essere paragonabile a quello impiegato per un racconto o un articolo sul blog. :)

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  12. Ho come l'impressione di averlo già letto questo articolo... Ad ogni modo, la lettura è stata istruttiva. Per quanto riguarda me, devo far tesoro soprattutto del consiglio numero 3: prendersi il tempo necessario! Maledetta fretta... Il punto è che il mondo non gira più, corre!

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    1. Il consiglio 3 è quello fondamentale. Ormai faccio 5 cose insieme. Iper attività, la mia testa rema contro la tiroide.
      Là dove la mia testa va veloce, il mio corpo mi frena.. e come capita spesso... mi addormento sulla tastiera russando... svegliandomi pensando di aver completato le cose iniziate, per poi scoprire... di averle solo sognate, ma che sogno. Realistico è dir pco e così da sveglia... mi ritrovo a rincorrere un pensiero sfuggente. Una continua corsa alla ricerca della parola dimenticata.
      Anche il secondo punto, lo devo tenere bene a mente. Sono dipendete dai consigli, ma devo farne una cernita e tenere solo quelli che per me sono sensati, altrimenti che pasticcio.

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    2. I consigli vanno sempre presi (e dati...) con le molle. Per i sogni... be', usali come fonte di ispirazione! :D

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    3. Il consiglio 3 è legato al fatto che chi - come me - vuole portare a termine la prima opera "grossa" dopo le tante buttate nel cassetto deve non solo rimboccarsi le maniche, ma anche studiare e riflettere su scelte che non sempre si rivelano intuitive. Io non mi accontento di un'opera mediocre: voglio scrivere una bella cosa. Quindi devo esercitarmi, studiare, e non aver paura di riempire il cestino della carta...

      Il consiglio numero 2 è legato al fatto che - sebbene i consigli siano dati in buona fede - non sempre rispecchiano il nostro intento. Esempio: proprio tu, Salvo, qualche giorno fa mi hai suggerito un eventuale sviluppo della trama, che però non era coerente con l'indole del personaggio e con ciò che avevo in mente per lei dopo... dunque l'ho lasciato da parte. Altri, invece, sono stati fondamentali, se non addirittura ILLUMINANTI. Senza il tuo suggerimento di scalettare una seconda volta, probabilmente non avrei per le mani la struttura in quattro sezioni e starei ancora ragionando sul discorso del romanzo corale/generazionale. Ora è una storia diversa, ma molto più interessante e divertente. :)

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    4. Il quadro mi sembra completo, non saprei aggiungere altri consigli. Vedrai, dopo aver ultimato il libro, tirerai un respiro di sollievo e ti regalerai una gran bella soddisfazione! Quando ho scritto il mio romanzo pensavo di essermi imbarcata in un'impresa titanica, poi piano piano la storia prendeva forma ed io ero un fiume in piena di idee. Il difficile è stato collocarle, queste idee, ordinarle in maniera coerente e logica: il discorso che non fila è uno dei peggiori imbrogli in cui incappa uno scrittore. Credo di avere trovato un metodo, sì e di essermi presa tutto il tempo per essere contenta del mio lavoro: sai, quando ho scritto il romanzo avevo 26 anni, poi l'ho tenuto conservato a lungo prima di riprenderlo, revisionarlo, renderlo pronto per farlo conoscere al pubblico.
      Non perdere mai la voglia di prenderti cura del tuo romanzo. Ecco, forse è questo il consiglio, più un augurio, che ti rivolgo.

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    5. è un bellissimo consiglio di cui far tesoro. Credo che la stesura di un romanzo sia quasi come la gestazione di un figlio (anche se io non ne ho e non posso dirlo): è una dolce attesa, molto costruttiva, che presuppone tutto il bello che sarà. Non vedo l'ora di avere il mio romanzo completo fra le mani! :)

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  13. Quello che dici è sostanzialmente giusto.
    Consigli in senso stretto non saprei dartene perchè leggendo questo post capisco che hai un approccio diverso dal mio, più pianificato. Io pure ti direi di non parcellizzare troppo, però è quello che farei io, e come tu stessa dici ognuno deve trovare (e seguire) il suo metodo.
    In linea di massima mi sento di dirti una sola cosa: sii calda, istintiva e irruenta quando prepari la bozza, sii fredda, logica e analitica quando la revisioni per correggere gli errori e modificare le incongruenze testuali o della trama.
    Già lo sapevi senza che te lo dicessi io, ma rammentarsene non fa mai male ;-)

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    1. Io ho iniziato a scrivere di getto, poi però sono stata costretta ad un minimo di pianificazione, fondamentale per orientarmi.
      Non sono mai stata - né mai sarò - una che parcellizza la trama nel dettaglio, perché è una cosa che mi fa sentire troppo vincolata e mi blocca. Ho definito gli snodi fondamentali della trama e, per il resto, cerco di mantenermi un ampio margine di libertà.

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  14. Ti stai muovendo benone, Chiara! Non mi sembra che tu abbia bisogno di consigli, ma nel caso ti direi di coltivare la flessibilità, perché ne serve davvero tanta, nella vita e anche nella scrittura. E' un lavoro di adattamento continuo alle condizioni che mutano, ai trabocchetti interiori, al tuo genere di elezione e a chissà che altro. Senza flessibilità, senza la voglia di rinegoziare continuamente il rapporto con la scrittura, la gioia e la passione rischiano di sbiadire. Questo lo dico prima di tutto per me stessa! :)

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    1. La flessibilità è una caratteristica fondamentale. Credo che si debba avere non solo nei confronti del proprio rapporto con la scrittura ma anche e soprattutto per quel che riguarda le singole scelte narrative. A volte si rimane inchiodati ad un'idea, ad un personaggio, ad una situazione senza sapersi schiodare da lei. Una rinuncia sembra una fatica incredibile. Ma quando di riesce ad uscire dalla zona di comfort, si possono trovare soluzioni con una resa decisamente migliore. Si può valorizzare il testo, si può valorizzare la storia, si può andare oltre alla pigrizia, a quelle scelte che ci fanno sentire al sicuro. Ecco: vorrei aprirmi un po' di più ad un atteggiamento di questo tipo.
      Grazie per il consiglio! :)

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  15. Piu` importante dell'evoluzione come scrittori e` l'evoluzione come persone; ma possono "accadere" insieme.

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  16. Ogni attività creativa muove energia ed innesca cambiamenti. L'evoluzione personale è un processo correlato importantissimo.

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    1. E' importante! "Attività", poi, è la parola chiave. Le energie si muovono facendo, non pensando, progettando di fare o riflettendo su come farlo. Questo mi è utile ricordarlo.

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