Vade retro - I tabù della mia scrittura



Tutti i romanzieri forse non scrivono che una sorta di tema con variazioni.
(Milan Kundera)

Prima di entrare nel merito dell’argomento di oggi, una piccola comunicazione di servizio: sul blog Mostra Talenti di Lucia Donati è stata pubblicata un’intervista alla sottoscritta. Gli argomenti affrontati sono gli stessi di cui parlo sul blog, con particolare riferimento agli aspetti spirituali della scrittura. Se vi va, quindi, potete passare a dare un’occhiata.  
Detto ciò, veniamo al dunque.
Un paio di settimane fa ho pubblicato l’articolo A volte ritornano – Le tematiche ricorrenti della miascrittura, che è piaciuto così tanto ai lettori da balzare rapidamente nella top-ten dei post più letti.
Oggi intendo mostrare l’altro lato della medaglia e raccontarvi un po’ degli argomenti e dei generi che non ho mai voluto o potuto trattare.
Ho deciso di suddividere i miei tabù in tre categorie.
1 - Vorrei ma non posso” Qui rientrano le storie che mi piacerebbe scrivere in un futuro più o meno lontano, ma per le quali non mi sento pronta. È giusto che rimangano nel congelatore finché non avrò abbastanza esperienza per poterle affrontare senza fare figuracce.
Insieme a loro, ho deciso di raggruppare i temi che, per motivi a me sconosciuti, generano una difficoltà psicologica oggettiva. Lo so che vado predicando l’importanza di superare i propri limiti: prima o poi ci arriverò. Intanto diamo tempo al tempo.

Romanzo giallo – Adoro questo genere e ne sono una divoratrice indiscussa. Sono incantata in modo quasi infantile dalla sapienza con cui certi autori riescono ad incastrare indizi e dettagli per poter passare dal caos all’ordine. Con il procedere della storia, ogni pezzo va al proprio posto e, dalla lenta costruzione del significato, nasce una profonda sensazione di appagamento.
Tuttavia ritendo di non aver ancora la competenza tecnica necessaria per portare avanti un progetto del genere, soprattutto per quel che riguarda la pianificazione. Sto vivendo una fase creativa in cui tutto ciò che è messo in discussione nel giro di dieci minuti. Rischierei di non riuscire nemmeno a scegliere il killer di turno!

Psicopatici e assassini – Se deciderò di compiere il passo di cui sopra, dovrò abituarmi all’idea di maneggiare personaggi sanguinari e violenti. L’unica volta che ho avuto a che fare con una scena del genere (l’aggressione da parte di uno stalker) il risultato è stato semplicemente vergognoso: dialoghi banali, movimenti meccanici, situazioni stereotipate. Credo che, al momento della revisione, il brano sarà eliminato senza pietà, a meno che nel frattempo non trovi il modo per partorire un risultato non dico buono, ma almeno accettabile. Forse dovrei andare a ripetizione dal buon Salvatore!

Tradimenti – La scaletta che ho fatto della mia trama comprende una situazione di questo tipo, ma sulla riga corrispondente c’è anche un bel punto di domanda. Non so ancora come mi comporterò quando arriverà il momento fatidico, perché l’idea stessa che qualcuno possa infrangere la fiducia data mi irrita profondamente.
Credo che nella vita potrei perdonare qualunque cosa, tranne un tradimento. Se qualcuno fa il doppio gioco con me (in amore, in amicizia o sul lavoro) con me ha chiuso. Su questo non transigo. È strano che proprio io parli così, dal momento che considero il perdono la più grande forma di illuminazione, eppure su questo argomento ho l’anima chiusa con un lucchetto a doppia mandata. Proprio perché è qualcosa che non riuscirei a vivere, ho una profonda difficoltà a scriverne.

Urban Fantasy – Inizialmente avevo previsto di inserire il fantasy nella terza categoria, ma poi ci ho ripensato. Il sottogenere Urban maneggia atmosfere che conosco e che sono al centro anche delle mie storie. Non mi dispiacerebbe fare un tentativo in un futuro lontanissimo.
C’è solo un piccolo problemino: prima di capitare sul blog di Aislinn non avevo mai pensato che queste storie potessero piacermi. Lo svezzamento è avvenuto grazie ad Angelize e Angelize II. Da allora, ho acquistato soltanto un altro romanzo dello stesso genere, ancora rigorosamente impilato sul comodino. La mia ignoranza è colossale. Ne avrò di strada da macinare, prima di sentirmi pronta. E non so nemmeno se succederà mai.

2 - “Ah, ma esiste anche questo?” In questa categoria rientrano i così detti argomenti “trascurati”, quelli che non affronto perché quasi mi dimentico della loro esistenza. Non rientrano nella mia sfera di interesse, quindi li ignoro.

Automobili e motociclette – Io credo che sia molto importante dare il nome alle cose per rendere la narrazione più vivida. Mi piacerebbe non limitarmi a dire che Tizio sale in macchina: vorrei anche essere in grado di descriverla, perché c’è una bella differenza fra una Ferrari e una Panda. L’auto può indicare un modo di essere, uno status sociale, uno stile di vita.
Ma per me l’automobile ha quattro ruote ed un volante. Il motore serve per farla muovere, punto. La mia competenza si ferma qui. Cosa me ne frega di cilindrate, cavalli e affini?

Ignoranza – Anche i personaggi che provengono da contesti disagiati sono animati da una curiosità viva, che li porta a documentarsi e ad arricchirsi culturalmente. Non mi è mai capitato di avere per le mani un individuo becero e qualunquista, sullo stereotipo del calciofilo rimbambito o dell’incazzato da bar. Ho sempre cercato la profondità, e sempre la cercherò.

Donne sottomesse alla società maschilista – Avete presente il classico cliché della bionda rifatta che ha, come unico scopo nella vita, quello di sposare un parvenu? Ecco. Sono così distante da tale modo di essere che non potrei creare un personaggio simile nemmeno per errore. Allo stesso modo non riuscirei a raccontare di una donna che vive chiusa in casa aspettando solo le 19:00 per servire la cena al marito.
I miei personaggi femminili sono autonomi e forti, cercano di trovare la propria strada e non hanno bisogno di un uomo vicino per sentirsi importanti. Credo nella parità fra i sessi e non potrei mai veicolare un messaggio contrario a tale principio. Mi sembrerebbe una mancanza di rispetto verso me stessa.

Obesità – Non so per quale ragione i miei personaggi sono tutti magri o al massimo robusti. Mi piacerebbe inserire un personaggio grasso, ma non ci ho mai pensato. Non mi viene spontaneo.

Luoghi esotici o lontani – Come accennavo in un commento all’omologo post di Tenar, per quanto mi piacciano le metropoli non avrei alcun problema ad ambientare una storia in provincia o in un piccolo paese, purché sia un luogo in cui possa rispecchiarmi e del quale possa parlare con competenza. Raccontare la vita (post-moderna) alle Isole Fiji non farebbe per me.
Sono una persona che viaggia moltissimo, ma la mia scrittura è un po’ provinciale. In alcuni vecchi racconti, mi sono spinta in Spagna, a Londra e in Kosovo, ma parlare dell’Italia mi fa sentire maggiormente a mio agio. Vivo in un paese meraviglioso e mi piace raccontarlo.

3 – “Nemmeno con una pistola alla tempia” – chiudiamo la nostra carrellata con i tabù veri e propri, ovvero con le tematiche che evito come la peste.  Mi rendo conto che in questa categoria rientrano più che altro generi letterari, chissà perché.

Storie stile Federico Moccia – Sia chiaro: non sto stigmatizzando il Young Adult, genere che ben si lega a ciò che mi piace scrivere e che mi piacerebbe affrontare in futuro, ma ad un modo di gestirlo che non condivido. Semplicemente mi sono capitati per le mani alcuni romanzi di Moccia e, se “Tre metri sopra il cielo” può essere considerato accettabile, altre opere sono superficiali, volgari e diseducative.
Ci sono autori, in Italia, che si rivolgono ad un pubblico giovane riuscendo ad essere al contempo scanzonati e seri, a divertire ed educare. Potrei citare Alessandro D’Avenia, ad esempio. Oppure Paola Mastrocola, ma io non farei mai leggere ai miei figli la storia di un’adolescente che seduce un quarantenne.

Storie stile Cinquanta Sfumature – Ho scritto una sola scena erotica in tutta la mia vita. Se avessi partorito quattro gemelli avrei fatto meno fatica. Ho sfogliato questo romanzo per curiosità alla Mondadori: mi è bastato leggere tre righe per rimetterlo dov’era.

Chick-lit – Sebbene abbia adorato la versione cinematografica di “Bridget Jones” e “Il diavolo veste Prada”, le commedie di questo genere mi hanno un po’ stufata. Possono essere storie piacevoli per riempire i tempi morti, ma non mi lasciano nulla. Non mi emozionano.
Mi piace scrivere storie che scendano in profondità nell’animo umano. Se mi limito a galleggiare, il divertimento sparisce.

Horror – Sapete che non ne ho mai letto uno? Non è che abbia una vera e propria repulsione, semplicemente non mi interessava e quindi non l’ho mai cercato. Un discorso analogo si può fare anche per la fantascienza.

Storie che parlano dell’ Olocausto o del nazismo – Anche questo è un tema che mi disturba moltissimo, anche da lettrice. Io non sono una persona condizionabile. L’atrocità non mi ha mai spaventata. Ma credo che molta letteratura abbia commercializzato il grande buco nero della storia. Di fronte a tanto dolore bisognerebbe soltanto abbassare lo sguardo e crogiolarsi in un silenzio carico di rispetto.

Segnalando gli omologhi post di Tenar e di Cristina M. Cavaliere, vi domando: condividete alcuni di questi tabù? Diversamente, quali sono i vostri?

Commenti

  1. Mi sento di darti una piccola tiratina d'orecchie. Penso che sia assolutamente normale faticare a entrare in certi punti di vista e che di conseguenza alcuni tipi di personaggi risultino più sgradevoli. Ma trovo sbagliato l'atteggiamento di uno scrittore che dice "non scriverò mai di questo tipo di persone". Non dico che tu debba farne i protagonisti di un romanzo ma è possibile che tu abbia bisogno di queste figure come comprimari o antagonisti. Il gusto personale non dovrebbe precluderti di parlare di determinate caratteristiche se queste risultano funzionali alla storia. Anzi è persino probabile che la tua naturale avversione emerga dando genuinità alla tua scrittura.
    Spero di non aver frainteso, nel caso ti devo un massaggino ai piedi ;)

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  2. Caro Seme Nero, effettivamente penso che tu abbia frainteso. ;)
    La categoria numero 2 (ovvero quella che parla di un certo tipo di personaggi) non comprende “ciò di cui non scriverò mai” ma semplicemente argomenti e categorie trascurate perché, essendo molto lontane dal mio gusto e dal mio sentire, tendo a “dimenticarmene”. Non evito di parlare, ad esempio, della biondina stupida per partito preso, ma semplicemente perché “non ci penso”. Ogni scrittore, in fondo, filtra la realtà sulla base di ciò che conosce e che ritiene giusto, sulla base dei propri valori e delle proprie aspettative.
    Magari potrei inserire un personaggio del genere per dare un po’ di colore, ma niente di più.
    Per quel che riguarda invece la categoria numero 3, perché dovrei scrivere un horror se non ne ho mai letto nemmeno uno? Oppure ispirarmi a Moccia se non lo stimo come autore? Noi scrittori siamo diversi l’uno dall’altro. Ciascuno di noi trae le proprie storie sulla base di ciò che sente affine. E io in queste storie non mi vedo. Sarebbe uno spreco di risorse e verrebbe fuori un obbrobbrio. Già ho difficoltà a parlare di ciò che mi piace, quindi …. A buon intenditor poche parole! :)
    Buona giornata

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    1. P.S. Ovvio che se un personaggio è funzionale alla storia non mi precludo di inserirlo, ma è difficile che la mia mente vada a cercarlo spontaneamente :-)

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    2. Ho capito. Dove ti posso prenotare il massaggio? XD

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    3. Stretta di mano e amici come prima! :-D
      Sono contenta che ci siamo chiariti, mi dispiaceva di non essermi fatta capire bene.

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  3. Sto facendo una serie di post su questo tema. Ho basato tutto Ragione e pentimento sul tradimento, pensa te! :D bacio sandra

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    1. Ultimamente sono stata prima in ferie e poi malata, quindi non ho bazzicato tanto i blog altrui. Mi rifarò in questi giorni. :)
      É bello che ci siano tematiche differenti. É giusto che ognuno parli di ciò che sente!

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  4. Sull'urban fantasy ti consiglio tutti i libri che vuoi XDDD Grazie per la citazione ^^

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    1. Ho quello di Tarenzi in stand - by, poi approfittero' di nuovo dei tuoi consigli :)

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  5. Sarò molto lieto di darti tutte le ripetizioni che ritieni di meritare. Perché utilizzo il termine meritare? Perché scrivere di serial killer, psicopatici, deviati mentali, ecc. è un percorso che porta irrimediabilmente alla follia e alla perdizione.

    Io, naturalmente, ci sguazzo con piacere. In fondo ciò di cui scriviamo, in qualche modo, è il riflesso di noi. Per scrivere personaggi di questo tipo, facendolo bene, bisogna immedesimarsi. Ricordi il mio post sul metodo Stanislavskij applicato alla scrittura? Ecco, bisogna calarsi nel personaggio. Farlo con il principe azzurro, per quanto personalmente lo trovi rivoltante, non comporta rischi. Farlo con un serial killer o uno stupratore seriale invece...

    Per quanto riguarda il punto 3, i miei corrispondono ai tuoi con l'esclusione dell'horror. L'horror, invece, lo inserirei fra quelli che: “vorrei, ma non posso”. È estremamente difficile scrivere un buon horror.

    I gialli, nel senso classico del genere, non mi attirano per nulla. I fantasy una volta sì, adesso no, in futuro chissà. Per quanto riguarda le donne sottomesse, ci potrei scrivere un'enciclopedia. Invece ho qualche difficoltà con il contrario, anche se a volte tento di esercitarmi.

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    1. è vero, l'immedesimazione è fondamentale. Forse è per questo che non mi sento ancora pronta per un discorso di questo tipo. In fondo, ciò che sentiamo di dover raccontare è il riflesso di ciò che siamo, dei nostri moti inconsci. C'è un motivo se esiste e se compare sulla pagina proprio in quel momento. Tutto il resto è una forzatura. Anche per questo motivo preferisco lavorare con una scaletta sommaria (dopo che abbiamo parlato ho elaborato uno schema, senza però suddividere in capitoli e scene) : l'intuizione di nuovi snodi non è contemplabile in una progettazione troppo minuziosa e, per quel che riguarda, sono proprio loro che mi regalano le scene migliori.

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  6. È difficile dire che cosa scriveremo e che cosa certamente non scriveremo. Certo, la fantascienza non mi piace; il giallo per me è troppo complicato. Di sicuro ci sono generi che non frequenteremo mai. Ma la scrittura è anche alzare l'asticella, osare e imbarcarsi per mondi e mari che sino a poco prima nemmeno si immaginavano.

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    1. Questo è vero, tant'è che ho sempre parlato dell'importanza di uscire dalla propria zona di comfort e di superare il proprio limite. Tuttavia, io ho voluto parlare della mia situazione contingente ... magari chi lo sa, fra vent'anni sarò l'erede di Moccia! :-D (in tal caso fatemi internare, per favore)

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  7. Sui tradimenti ti do ragione, per me il perdono però non esiste proprio come parola :)
    Macchine: pur essendo uomo, è un tema che non mi attira e non so nulla come te. Però mi è capitato di documentarmi. La documentazione esiste pe questo.
    Riguardo ai personaggi maschili e femminili, li creo come mi serve, ma ammetto che avrei difficoltà a creare un uomo assoggettato alla moglie :D
    Rispetto a te, scrivere storie ambientate in Italia invece mi crea difficoltà, però non sopporto più questo paese.
    Storie d'amore ed erotiche non le scriverei nemmeno io, perché non amo leggerle né trovarle al cinema. Ti dico che in un film mi disturba anche un semplice bacio appassionato.
    Commedie? Ho in mente un romanzo umoristico. Ma non amo leggere e vedere commedie.
    Ora vorrei scrivere anche io un post sui tabu. Ma prima voglio pensare a quali ho. Vedremo.

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    1. Certo, un autore può documentarsi su qualunque tema. Però a volte può capitare di fare ricerche molto approfondite su ciò che è necessario per mandare avanti la trama, e di trascurare altri dettagli. Io potrei descrivere nel dettaglio l'abbigliamento del protagonista, ma non la sua automobile. Al limite posso menzionare la marca, peccato che non ne conosca più di tre o quattro :)

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    2. P.S. Io potrei scrivere commedie in generale, ma non quelle riferite al sottogenere "chick-lit" che ha per protagonista giovani donne in carriera. "Il diavolo veste prada" e "I love shopping" ne sono un esempio, ma anche il romanzetto della Stefania Balotelli che avevi criticato sul tuo blog.

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    3. Neanche a me interessano i dettagli, a meno che non siano indispensabili, altrimenti credo che basti la marca o al massimo il modello :)
      Quel tipo di commedia è per me insopportabile...

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    4. I personaggi dei chick-lit mi ricordano alcune mie colleghe, quindi li trovo irritanti a prescindere...

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    5. La prossima settimana esce il mio post sui tabù :)

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    6. Bene! :) L'idea originale è di Cristina M. Cavaliere: è stata lei a lanciare il meme, a cui abbiamo aderito poi io e Tenar :)

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  8. Mi hai fatto venire in mente che non sopporto le storie tratte dai drammi contemporanei, tipo olocausto o fuga da paesi a rischio.
    Ricordo negli anni '90 la moda dei diari di ragazzi di Tirana o cose varie... mai letti, li odiavo a prescindere.

    Moz-

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    1. Sai che io invece non me li ricordo proprio? :)
      A me è piaciuto molto "venuto al mondo" della Mazzantini, che tratta della guerra in Jugoslavia. L'olocausto invece mi urta sia al cinema sia in letteratura. "Il bambino con il pigiama a righe" mi ha tenuta sveglia tutta la notte con gli occhi così @ - @

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  9. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  10. Io sarei incapace di scrivere un urban fantasy o un giallo / thriller e ovviamente un rosa.
    Un erotico posso tentarlo, ma ancora non l'ho mai fatto. Anche le storie altamente drammatiche per ora non le ho mai provate, forse in futuro.
    Coi personaggi e gli scenari non ho alcun tipo di preclusione.

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  11. Credo che scrivere sia già abbastanza difficile se si seguono le proprie propensioni; se ci si mette nell'ordine di idee che un autore "deve" calarsi in un certo tipo di personaggio o di situazione, beh, dove sta il bello dello scrivere? Potrei cimentarmi con la storia del famoso psicopatico, per esempio, ma sarebbe una sfida fine a se stessa, perché il mio carattere mi porta a non soffermarmi sui lati più bui dell'animo umano, anche se so che esistono. Secondo me il problema si pone soltanto se voglio scrivere un tipo di storia che richiede la presenza dello psicopatico ma non ho il coraggio di inserirlo. Capita talvolta che senta di dover affrontare qualcosa di nuovo, e allora cerco di farlo, perché di solito è un richiamo importante. Negli altri casi mi va benissimo assecondarmi.

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    1. Sono d'accordo con quello che dici. Sono ancora lontana dalla mentalità tale per cui un bravo scrittore deve saper trattare qualunque argomento. Con la mia (in)esperienza attuale mi sembra quasi un'utopia, preferisco scrivere di ciò che mi interessa, e nemmeno così è facile. :)

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  12. Sai che ti vedrei molto bene con il giallo? Del resto un altro modo di leggere "vorrei ma non posso" è "devo solo buttarmi".
    Invece condivido molto di del "nemmeno con una pistola alla tempia", forse solo l'horror mi intriga. E ho troppo rispetto per i dolori causati dal nazismo (ma anche dal fascismo o dal comunismo) per pensare di scriverci su, da quando al liceo ho visitato un campo di concentramento accompagnata da un sopravvissuto ho difficoltà anche a vedere i film sull'argomento.

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    1. In futuro non mi dispiacerebbe provare. Nel frattempo continuo il mio romanzetto. Cerco di mettere qualche mistero anche qui, così mi alleno un po'. :)

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  13. Mi ritrovo in molti punti, specialmente nel rifiuto per le sfumature di grigio e l'ignoranza in materia di motociclette.
    Scrivo invece di uomini beceri e donne rifatte, e scrivo di luoghi esotici e lontani.
    Consiglio a tutti l'intervista citata in apertura, è molto bella.
    Non avrei letto i libri di Aislinn perché pensavo non fossero un genere che mi può piacere ma se la Claire dice che son belli allora ci faccio un pensierino :)

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    1. Sì, a me sono piaciuti molto. Penso che Aislinn abbia uno stile molto simile al mio, mi sono sentita molto affine.

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  14. Innanzitutto grazie per la citazione!

    Venendo al tuo post, direi che nella categoria 1. "Vorrei ma non posso" metto senz'altro la fantascienza. Mi affascina, ma non ho le competenze tecniche e neanche la voglia di mettermi a studiare per costruire un romanzo. E sì che ho letto tutto Philip Dick, per dire, e mi piacerebbe imbastire storie come le sue, tecnologiche ma non eccessivamente.

    Nella categoria 2. “Ah, ma esiste anche questo?” anch'io metto come te le automobili e le motociclette. Nel mio post non le ho inserite perché trattandosi di romanzi storici, tali veicoli non erano stati ancora inventati. ;-)

    Nella categoria 3 – “Nemmeno con una pistola alla tempia” istintivamente sceglierei le storie alla Federico Moccia di cui ho sempre sentito parlare (malissimo), ma non avendo mai letto niente... A proposito, hai mai letto qualcosa di Fabio Volo? Anche delle sue storie ho sentito parlare maluccio. Non ho difficoltà con le scene erotiche, ma scrivere un intero romanzo stile 'cinquanta sfumature' mi sembra eccessivo. Del genere horror ho letto un paio di romanzi di Stephen King, ma non è il mio filone, malgrado lui scriva benissimo.

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    1. Mai letto Volo, ma ho sentito pareri molto contrastanti su di lui. Alcuni ne parlano bene, altri male. Dicono però abbia un ghost -writer donna

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  15. Mmmhh... non ci ho mai riflettuto veramente, ho sempre scritto d'impulso. Devo rifletterci non so come rispondere, veramente!

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  16. Hai visto Chiara, hai scatenato un bel tam tam su questo argomento.
    Brava!

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    1. Grazie! E pensa che il meme non è nemmeno nato da me, ma dalle due blogger che ho citato in fondo all'articolo :)

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  17. Ciao, eccomici arrivato!
    Hai letto il mio post, quindi sai già quali punti condividiamo e quali no, comunque qualcosa aggiungo lo stesso. A proposito, buffo no che abbiamo scelto entrambi noi una scena di un vecchio film per introdurre l'argomento? Ti rivelo però un segreto: l'immagine che ho postato io ha anche due significati nascosti che riguardano il tabù, oltre a quello immediatamente percettibile dell'espressione delle due donne. Spero che qualcuno prima o poi li noti.
    Il punto 2 è molto interessante e avevo pensato di inserirlo anch'io, ma il post rischiava di diventare chilometrico e ho preferito evitare. Anche per me esistono cose che sono completamente al di fuori del mio orizzonte degli eventi: i motori per esempio, anche se poi una volta che ho dovuto documentarmi su un fuoristrada dell'Europa dell'Est degli anni '60 mi sono divertito moltissimo. Un'altra cosa che per me proprio non esiste è lo sport. Ma ce ne sono sicuramente anche altre...
    Riguardo Angelize, anche a me è un genere che non attrae per niente, ma sento dirne un gran bene da tutti. Prima o poi dovrò cedere ;)

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    1. Adesso che mi hai messo la pulce nell'orecchio vado a curiosare la tua foto! :)
      La mia scelta non era voluta: ho cercato "tabù" ed era l'immagine più adatta che sia venuta fuori. Non mi andava di pubblicare foto di gente imbavagliata e con la bocca cucita!

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    2. Non perderci troppo tempo, però. Se non scopri niente entro stamani te lo dico io. Tanto è solo un gioco, non è un vero segreto!

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    3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    4. Sai cosa? Ho pensato alla fine di creare un mini-post apposito. Giusto per giocare un po' tra amici :D

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  18. P.S. Benvenuto fra i miei lettori fissi! :)

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